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Co-sleeping:cos'è e come praticarlo in modo sicuro

Neonato nel lettone: il co-sleeping. Cos’è, quali sono i rischi e i benefici. Ne parliamo in questo articolo. 

Neonati nel lettone sì o no? È una domanda che non trova una risposta precisa e genera spesso confusione nei genitori. Non soltanto per la convinzione che condividere il letto con il bebé gli renda più difficile abituarsi a dormire da solo, ma anche per il rischio di SIDS, la sindrome da morte in culla. In questo articolo parliamo dei pro e dei contro del co-sleeping e di quali accorgimenti prendere per renderlo sicuro. ‘

Cos'è il co-sleeping?

Il termine co-sleeping (dormire insieme) viene usato per definire l’abitudine dei genitori di dormire con i propri figli. Comune a molte culture, nel mondo occidentale si è andata progressivamente a perdere, un po’ perché molti genitori ritengono di non aiutare i figli ad acquisire autonomia nel sonno, un po’ per ragioni di sicurezza che sono confermate da consolidate evidenze scientifiche. 

Il co-sleeping è pericoloso? 

Il dibattito sul co-sleeping, al di là della convinzione che possa risultare un elemento che rallenta l’acquisizione dell’autonomia nel sonno per i bambini, solleva soprattutto interrogativi sulla sicurezza.

 Secondo le raccomandazioni aggiornate al 2022 dell’Accademia Americana di Pediatria, dell’Unicef e di La leche League, tenere i neonati nel lettone è considerato una pratica non sicura. Questo giudizio è motivato da vari fattori, principalmente legati:

  •  al rischio di soffocamento;
  • alla potenziale correlazione con la sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS).

Rischio di soffocamento 

Uno dei pericoli principali associati al co-sleeping è il rischio di soffocamento, che può derivare dalla presenza di superfici troppo morbide, come materassi o cuscini, o dalla presenza di coperte e piumoni nel letto. 

I neonati, essendo ancora incapaci di spostarsi autonomamente o di liberarsi da situazioni pericolose, potrebbero trovarsi in posizioni compromettenti durante il sonno, aumentando il rischio di soffocamento.



Correlazione con la SIDS (Sindrome della morte improvvisa del lattante) 

Inoltre, il rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) potrebbe essere incrementato in alcune situazioni di co-sleeping, soprattutto se non vengono adottate precauzioni adeguate. 

Se i genitori o i caregiver assumono posizioni che ostruiscono le vie respiratorie del neonato o se il bambino è esposto a fattori ambientali che aumentano il rischio di SIDS, come il fumo passivo o un'elevata temperatura ambiente, la pratica del co-sleeping potrebbe contribuire a situazioni pericolose.

 

I vantaggi del co-sleeping 

vantaggi co-sleeping

Il co-sleeping, tuttavia, non andrebbe scartato a priori, perché offre una serie di vantaggi che vanno oltre la semplice vicinanza fisica. Questi benefici includono:

  • promozione dell'allattamento al seno. La vicinanza costante durante la notte facilita un avvio corretto e senza intoppi dell'allattamento al seno;
  • rafforzamento del legame genitore-neonato. Il co-sleeping contribuisce a consolidare il legame affettivo tra genitori e neonato. La condivisione dello spazio durante la notte permette infatti di stabilire un contatto fisico regolare; 
  • sviluppo dell'autonomia del bambino. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il co-sleeping può effettivamente favorire l'autonomia del bambino. Stare vicino ai genitori durante la notte fornisce al bebé una sensazione di sicurezza che rende più semplice la transizione graduale verso il sonno autonomo; 
  • migliore gestione delle necessità notturne. Il co-sleeping semplifica la gestione delle esigenze notturne del neonato. I genitori possono rispondere prontamente al pianto o ad altre esigenze del bambino o bambina, garantendo un sonno più tranquillo per entrambi e riducendo il rischio di stanchezza e stress associati alla sua gestione notturna. 

Co-sleeping sicuro: ecco come fare

Come fare, quindi, a bilanciare i benefici del co-sleeping con i rischi per la salute del neonato? 

  • mettere il bambino in una culla per il co-sleeping; 
  • adottare le misure previste per ridurre al minimo i rischi. 

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Mettere il bambino in una culla per il co-sleeping

 La scelta più sicura per praticare il co-sleeping in modo sicuro  è l'utilizzo di una culla appositamente ideata per questo scopo. Le culle per il co-sleeping sono progettate per essere attaccate al letto dei genitori, così da permettere al neonato di dormire a stretto contatto con loro senza compromettere la sicurezza. 

Adottare le misure previste per ridurre al minimo i rischi

Anche in assenza di una culla specifica per il co-sleeping, è possibile tenere il neonato nel lettone in modo sicuro seguendo alcune linee guida specifiche:

  • posizione del bebé. Posizionare il bambino sulla schiena per ridurre il rischio della sindrome della morte improvvisa del neonato (SIDS). Se il tuo bambino o bambina dovesse soffrire di reflusso, è possibile metterlo su un piano leggermente inclinato (l’inclinazione non dovrebbe superare i 10 gradi); 
  •  posizione della mamma. La mamma che tiene accanto a sé il neonato durante la notte dovrebbe assumere una posizione a cucchiaio, in modo da creare una specie di guscio protettivo attorno al bebé. Si dovrebbe avere cura, inoltre, di non mettere il bambino o bambina verso il lato dove dorme l’altro genitore; 
  • non esagerare con coperte e cuscini. Ridurre il numero di oggetti morbidi nel letto, come cuscini e coperte, per evitare possibili ostacoli alla respirazione del neonato.
  • fissare il letto. Assicurarsi che il letto sia stabile e che non ci siano spazi pericolosi tra il materasso e la struttura del letto, eventuali protezioni installate per evitare cadute del neonato o il muro; 
  • evitare il co-sleeping su divani o poltrone;
  • tenere sotto controllo la temperatura della stanza, assicurandosi che non sia troppo calda; 
  • non lasciare da solo il bambino a dormire nel lettone almeno fino a un anno di età. 

 

Bambini nel lettone: fino a che età? 

 Una delle domande che si pongono molti genitori è: fino a che età praticare il co-sleeping? 

Anche in questo caso, non c’è una risposta precisa alla domanda. Se, quando e per quanto tempo condividere il lettone con il proprio bambino o bambina è una scelta molto soggettiva, che dipende soprattutto dalle esigenze di bambini e genitori. 

In generale, fino ai 2 o 3 anni di età,i bambini alternano fasi di autonomia durante il sonno a fasi in cui richiedono la presenza dei genitori. 

Alcune famiglie scelgono di praticare il cosleeping nei primi mesi di vita del bambino, mentre altre possono continuare fino all'età prescolare. È fondamentale che i genitori valutino attentamente le dinamiche familiari, le esigenze del bambino e considerino la transizione graduale verso un sonno indipendente quando il momento è appropriato per tutti i membri della famiglia.

 

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